A quasi 15 anni dall’entrata in vigore della legge n.120 del 2011 1 , detta legge Golfo Mosca, a cui è seguita nel 2021 la legge n. 162, alcuni studi hanno provato a raccontare i cambiamenti che ha portato nelle società italiane che sono state coinvolte. Da una ricerca svolta dalla Banca d’Italia i cambiamenti dei board o dei CdA che si sono registrati sono stati:
- maggiore scolarizzazione
- maggior esperienza dei componenti sia maschili che femminili
- riduzione dell’età media
- diversificazione di età e background professionale
Non solo l’Italia ha promosso una legge per favorire la presenza femminile nei board, ma molti paesi europei e occidentali stanno andando in questa direzione, in questo caso molte ricerche internazionali riportate in letteratura hanno evidenziato come cambiamenti:
- migliore dialettica e più efficace monitoraggio all’interno degli incontri
- partecipazione più frequente alle riunioni
- maggior tempo dedicato all’analisi di decisioni complesse
- maggior dissenso costruttivo
- maggior monitoraggio
- orientamento maggiore a obiettivi di lungo periodo
I risultati presentano come l’ingresso di una nuova componente in un gruppo decisionale possa portare a significativi miglioramenti anche soltanto per il fatto di proporre una visione differente e alternativa a quella a cui si è abituati.
Una ricerca qualitativa condotta da Simona Cuomo e Zenia Simonella dell’Osservatorio Diversità, Inclusione e Smart working di SDA Bocconi, in collaborazione con Valore D e sponsorizzata da Generali e McKinsey ha
svolto interviste a circa 140 tra consiglieri (nella maggior parte indipendenti donne), amministratori delegati e presidenti e alcuni opinion leader (scelti tra giornalisti e membri di importanti istituzioni) tra giugno 2020 e febbraio 2021. La maggior parte degli intervistati riconosce che la legge Golfo-Mosca ha portato “un soffio di aria fresca” in organi spesso alimentati da network chiusi, scardinando meccanismi consolidati di scelta dei consiglieri.
Anche noi abbiamo cercato delle testimonianze ascoltando alcune componenti dalle quali emerge come spesso sia difficile per loro entrare nel gruppo, darsi la possibilità di far sentire la propria voce, sentirsi sufficientemente competenti.
Una di loro ha raccontato come all’inizio si fosse messa in disparte a volte chiedendosi se aveva le giuste competenze per essere in un CdA, a volte la domanda che si poneva era se meritava di essere lì, se fosse nel
posto giusto. Con il tempo ha capito che il suo punto di vista era importante proprio perché diverso, che doveva darsi la possibilità di esprimere la propria opinione. Così a piccoli passi ha iniziato a inserirsi, si poneva dei piccoli obiettivi da raggiungere, a volte solo quello di far sentire la propria voce, successivamente ha iniziato a costruirsi delle “alleanze”, avviare un confronto con un altro componente, conquistare la fiducia e la sua stima per sentirsi più sicura, costruirsi credibilità e accreditarsi.
Si è registrato che con il tempo, con l’acquisizione di maggior esperienza, con il susseguirsi dei mandati le amministratrici acquisiscono consapevolezza relativamente alle modalità tecniche e relazionali per superare le problematiche sottoposte al loro esame e quindi una maggiore consapevolezza relativamente al proprio ruolo.
Il corso è pensato per supportare le componenti nel costruire il proprio ruolo all’interno dei gruppi permettendo loro di acquisire e consolidare le capacità relazionali e decisionali necessarie per svolgere al meglio il compito assegnato.