Nudge Solution Program, Cambiamento gentile e strumenti per la leadership aperta

PMI Academy

Presentazione del libro di Paolo Bruttini

Lo scrittore e umorista Arthur Bloch diceva che il primo mito del management è che esiste. Il lettore più smaliziato sa che quello che seduce in questa frase non è tanto il gioco umoristico sotteso, quanto la consapevolezza che sia sempre presente in noi il tentativo di dare spiegazioni ai fenomeni organizzativi, al caos di eventi, emozioni, relazioni, sensazioni e reazioni che una comunità al lavoro genera, al di là dei modelli organizzativi, delle regole, delle procedure, delle istruzioni.

D’altra parte chi lavora nei contesti odierni si pone inevitabilmente la necessità di avere a disposizione “una mappa di orientamento” che funzioni in modo appropriato per dare indicazioni sul cambiamento in atto, guardando magari alle novità in atto nello sviluppo organizzativo, come l’open management, framework che lavora sui concetti chiave emergenti di dialogo, fiducia e cambiamento gentile.

Questi temi sono stati discussi nell’ambito della manifestazione “Impresa in un libro” con Paolo Bruttini in cui è stato presentato il nuovo lavoro editoriale “Nudge Solution program: cambiamento gentile e strumenti per la leadership aperta” (edito da Guerini Next anno 2022).

L’evoluzione, secondo Bruttini, è dettata dalla velocità dei contesti e del lavoro di oggi e dell’inevitabile adattamento di cui ne fa le spese anche l’organizzazione, le teorie e i metodi applicativi. Al centro dell’approfondimento c’è sempre l’attenzione allo sviluppo e alla gestione dei team di lavoro: competenza “diffusa” che va intesa soprattutto come possibilità dei gruppi di lavoro di organizzarsi attraverso il suo team leader per essere sempre maggiormente dinamici, adattativi e creativi, e capaci sia di raggiungere gli obiettivi aziendali prefissati, sia di analizzare, di volta in volta, le criticità che emergono nei flussi di lavoro.

Paolo Bruttini, socio-psico analista, fondatore di Forma del Tempo e promotore dell’Open Leadership manifesto, appartiene a quelle figure preziose che escono dalle zone di confort delineate dalle nostre organizzazioni e agiscono nella parte viva delle organizzazioni, delle imprese, cercando di leggere i segnali del presente per restituirci strumenti di comprensione che siano però attuabili in senso più generale.

L’open management come prospettiva, diviene un modello in cui l’applicazione concreta aiuta le organizzazioni ad affrontare i problemi (interni o esterni che siamo), a co-evolvere alla giusta velocità rispetto all’ambiente circostante, a sviluppare le proprie difese immunitarie nei confronti di patologie che possono aggredire l‘ecosistema organizzativo.

Capiamo, ascoltando Paolo, che la nostra domanda implicita di ingegnerizzazione delle organizzazioni ha più a che fare con il nostro desiderio di soluzioni: è un desiderio recondito e puerile che dobbiamo imparare a scacciare, per farci sedurre dall’idea di essere demiurghi, protagonisti e artigiani non tanto di un “modello organizzativo unico”, ma di tanti “work in progress” quanti sono i problemi da affrontare, i progetti da sviluppare, le organizzazioni da far evolvere.

Così, nonostante questa “aleatorietà” e la costante situazioni di incertezza in cui siamo immersi, emerge la necessità di mettere a terra azioni concrete, di agire in velocità per produrre in modo rapido anche nell’organizzazione, quello che il cambiamento del mercato o del contesto impone.

Con questa premessa si può sostenere che il valore aggiunto di questa pubblicazione non risiede solo nel preciso approfondimento teorico che attinge soprattutto ai recenti sviluppi della scienza del comportamento o dall’economia sperimentale (Richard Thaler tra tutti), ma nella ricchissima sezione dedicata agli strumenti applicativi, che sono organizzati in base alla loro funzione e sono descritti in modo accurato con istruzioni applicative molto dettagliate.

Attraverso i Nudge Tool spiegati nel volume, gli autori espongono un metodo in grado di aiutare le donne e gli uomini che lavorano a intendersi meglio tra di loro. A prendere in mano le situazioni, assumendosi il rischio di essere sinceri e affrontando le conseguenze dei propri errori.

Questa proposta editoriale può essere di aiuto anche ai soggetti che fungono da ruolo di facilitatori, come i coach o i formatori professionisti: nel libro troveranno un codificato elenco dei numerosi strumenti di lavoro “gruppale” (grazie al contributo di Massimo Lugli coautore della pubblicazione) che possono essere implementati nella sessione di approfondimento o in quelle laboratoriali.